Secondo i dati ISTAT, solo il 20% delle piccole e medie imprese raggiunge alti livelli di digitalizzazione.
È stato pubblicato il rapporto ISTAT su quanto le imprese italiane si sono digitalizzate nel corso dell’anno, prendendo in analisi il livello di penetrazione dei servizi e i settori più digitalizzati a confronto con il livello degli altri paesi europei.
La transizione verso il digitale a livello europeo è misurata attraverso alcuni indicatori sullo stato della digitalizzazione in termini di infrastrutture abilitanti, competenze, utilizzo da parte di individui, famiglie, imprese e pubblica amministrazione. Alcuni di questi sono inclusi nell’Indice di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI) che è utilizzato dal 2015 per monitorare proprio l’evoluzione delle prestazioni digitali all’interno degli Stati membri dell’Unione Europea.
I dati Istat ci mostrano un lento miglioramento, il 60,3% delle piccole e medie imprese italiane ha raggiunto un livello base di digitalizzazione.
DIGITALIZZAZIONE DI ALTO LIVELLO ANCORA TROPPO POCO DIFFUSA:
L’ISTAT riporta che l’80% delle imprese con almeno 10 addetti si colloca ad un livello basso o molto basso d’adozione dell’ICT, solo il restante 20% si posiziona su livelli considerati alti o molto alti.
TECNOLOGIA, CLOUD e SOCIAL:
Accelerazioni nell’utilizzo di servizi cloud, si parla del 52% contro una media Ue del 35%. Crescita anche nell’utilizzo di almeno due social con una media del 27%.
Rimane indietro, invece, l’adozione di software per la condivisione di informazioni tra funzioni aziendali diverse (Erp, Enterprise Resource Planning) passando dal 37% del 2017 al 32%, l’andamento della media europea raggiunge il 39%.
Ottave in Europa le imprese italiane con almeno 10 addetti che utilizzano dispostivi e sistemi intelligenti che è possibile controllare via Internet.
Nel caso delle grandi imprese è, invece, maggiormente diffusa una combinazione più complessa che conta almeno nove tecnologie: connessione a Internet, cloud (cc, CC), software gestionali (ERP, CRM), uso dei social media (SM, 2SM) e dei device intelligenti (Iot).
È solo tra le imprese con almeno 50 addetti che tra i primi quattro modelli tecnologici più utilizzati è inclusa anche l’adozione dei software gestionali (ERP e CRM).
Tutte quelle attività che sono relative alle innovazioni tecnologiche più avanzate come Internet delle cose e Intelligenza artificiale, ricorrono tra le prime quattro combinazioni solo tra le imprese che hanno già adottato altre attività di base e che di conseguenza hanno raggiunto alti gradi di digitalizzazione.
GLI E-COMMERCE NON CRESCONO:
La percentuale di imprese con almeno 10 addetti che hanno effettuato vendite online continua a essere contenuta ovvero il 18,4% e, nonostante si sia registrato un incremento di due punti percentuali rispetto all’anno precedente resta sotto la media Ue del 23%.
La propensione a vendere online varia sensibilmente tra i diversi settori economici. I più attivi sono coloro che operano nel settore ricettivo (83,7%).
Il 18,9% delle imprese ha dichiarato di aver avviato o incrementato nel corso dell’anno gli sforzi per vendere beni o servizi via Internet e reagire alla situazione creata dalla pandemia.
Ad attivarsi sono state soprattutto le imprese operanti nei settori più̀ interessati alle vendite online e colpite consistentemente in termini di incassi dalle misure di contenimento del virus, quali il settore ricettivo, agenzie di viaggio e tour operator, attività̀ editoriali e commercio al dettaglio.